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“Partire, dividersi, lasciare una parte dietro di sé.” 

 

Da dove viene questo desiderio indomabile di spostarci da posto un all’altro?

Si tratta di una fuga, un inganno o siamo nati per muoverci di continuo?

E cosa vuol dire viaggiare? 

Quanto dobbiamo andare lontani per poter dire di avere viaggiato?

Paolo Rumiz dice che chi parte è in cerca di qualcosa.

Tiziano Terzani sostiene che ognuno di noi ha delle molle dentro che lo “costringono” a partire.

 

Partire è un laboratorio collettivo, in divenire, per chi ha compiuto imprese memorabili,

per chi, al massimo, si è avventurato in qualche gita fuori porta.

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